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Comunicazione Immobiliare

Leasing Non-residential Real Estate
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Overview

Già nei mesi immediatamente successivi alla crisi dei mutui sub-prime sono apparsi i primi seminari, articoli, pubblicazioni e conferenze sulla comunicazione e sul marketing immobiliare. Di lì in avanti un susseguirsi, fino ai giorni nostri. Perché? Cosa era successo? Cosa era cambiato veramente? Perché sulla comunicazione immobiliare, hanno cominciato a convergere attenzioni e istanze del property, del commerciale, del top management e del finance? Solo fino a un anno prima non era esattamente così. Nel Real Estate il ruolo della comunicazione era nella migliore delle ipotesi secondario, spesso ridotta a questione di design o d’immagine, a volte mero strumento di rappresentanza nei confronti di Pubbliche Amministrazioni e investitori, oppure totalmente assente. Perché sulla comunicazione c’erano sempre più pressioni e aspettative? Perché improvvisamente tutti se ne occupavano? La realtà è che il settore del Real Estate dopo l’euforia d’inizio millennio stava diventando come gli altri e lo faceva in modo repentino, pressato dalla congiuntura. Forse per questo, commentando con una collega consulente tutta la situazione che si era venuta a creare nel post-crisi, mi uscì la frase: “non basta più costruire per vendere”. Constatazione piuttosto ovvia e scontata in qualsiasi altro settore, ma non nella comunità del Real Estate, nella quale effettivamente solo fino all’anno prima “bastava” costruire per vendere (o almeno così credevano i più...). L’autore Laureato in Bocconi con master al Manhattan College di New York, prima di occuparsi di progetti di comunicazione office nel Real Estate, Gaetano D’Aloia è stato manager di agenzie di pubblicità internazionali a Milano e a Londra.